MOKUSOOO!!!
Una parola che si ode in tanti dojo, ruggita quasi come un grido di battaglia. Nella sessione di pratica ciò avviene due volte: all'inizio e, di nuovo alla fine, sempre dopo che gli studenti si sono allineati e quietamente inginocchiati nel dojo. Una volta inginocchiati vi è un breve momento di assestamento in cui i fruscii, i grugniti e l'affanno dovuto allo sforzo si affievoliscono gradualmente , al quale segue un silenzio spezzato da un solo suono che sembra penetrare dritto nel corpo degli astanti, attraversandolo.
MOKUSOOO!!!
Moku, in mokuso, sta per "far tacere". So significa "pensieri". Con mokuso s'intende, comunemente, un momento di meditazione. Il mokuso d'inizio ci dà il tempo di mettere a tacere ogni problema, preoccupazione, ansia o aspettativa provata fuori dal dojo, escludendo tutte queste cose dal corso della nostra pratica. Il mokuso finale ci permette di riemergere, con qualcosa in più da portare con noi al di fuori del dojo!
(parafrasando, ma non tanto, Dave Lowry)