Secondo le più recenti teorizzazioni i ricordi sarebbero "stoccati" sotto forma di tracce mnestiche, di frammenti (odori, suoni, dettagli visivi) ampiamente distribuiti nel cervello, ma collegati fra loro; basterebbe la riattivazione di uno solo di questi frammenti per rendere nuovamente "disponibile" un ricordo, magari dimenticato da tempo.
E' quello che accade a Proust con i biscotti ne "Alla ricerca del tempo perduto"e che accade a tutti noi quando, per esempio, annusando un certo profumo ricordiamo una persona o un luogo del passato.
Un gruppo di ricercatori della Florida State University ha scoperto che ancheassumere una posizione del corpo nello spazio che "riproduce" quella che avevamo durante l'evento può aiutarci a ricordarlo in maniera più rapida e più accurata.
In altre parole, coerentemente con la nozione di embodied cognition(cognizione "incarnata"), poichè un evento cognitivo viene processato dal cervello anche nelle sue componenti propriocettive e motorie, è ragionevole attendersi che il suo ricordo diventi più semplice se riattiviamo queste componenti assumendo una posizione del corpo simile a quella che avevamo al tempo dell'esperienza originaria.
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